Disturbo specifico dell’apprendimento: chi sono i DSA
I professori di tuo figlio ti hanno suggerito di sottoporlo a una diagnosi DSA ma non sai bene quali sono i disturbi specifici dell’apprendimento?
Forse vorresti sapere cosa vuol dire DSA, come riconoscerla e come comportarsi.
Chi sono i DSA?
Sebbene quando si parla di DSA ci si riferisca erroneamente a una categoria di persone, in realtà essi sono disturbi ed essere consapevoli di questa distinzione è il primo passo per aiutare coloro che ne risultano affetti.
Non è facile affrontare cosa comporta essere DSA o superare le difficoltà in famiglia e a scuola, tuttavia, con la giusta consapevolezza di cosa si tratta e una visione a 360 gradi della situazione si possono superare facilmente.
Vediamo insieme
- cosa significa avere problemi di apprendimento
- come funziona la mente di un DSA e come cambiare il punto di vista in relazione a questo
- come trovare un facile aiuto per i compiti, con un valido alleato come il coaching.
Per cominciare, approfondiamo l’aspetto tecnico e cerchiamo di capire cosa sono esattamente i disturbi specifici dell’apprendimento.
Cosa significa avere un disturbo specifico dell’apprendimento
Cosa si intende con problemi di apprendimento?
La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati ” DSA” .
Essi sono definiti disturbi del neurosviluppo riguardanti la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che sembrerebbe si manifestino con l’inizio della scolarizzazione.
In parole semplici, alcune specifiche difficoltà legate alla lettura, alla scrittura e alla capacità di calcolo sono catalogate come disturbi neurobiologici o come una modificazione dello sviluppo ad opera di fattori legati ad aspetti evolutivi.
Il confine tra una semplice difficoltà nella lettura, legata magari allo stato psicologico, e la dislessia è molto fine ed esistono dei test ad hoc per effettuarne una diagnosi.
Vediamo insieme perché è importante porre massima attenzione prima di decidere di sottoporre una persona a un test per diagnosticare i DSA.
Test per diagnosticare DSA: 3 cose da considerare prima di farlo
Se qualcuno ti ha consigliato di sottoporre tuo figlio a un test per diagnosticare i DSA, è importante che tu tenga presente 3 aspetti importanti:
- le eventuali agevolazioni di cui potrebbe usufruire
- gli effetti che che possano derivare da una diagnosi di DSA
- la diffusione di tali disturbi nella popolazione
Le persone con diagnosi DSA hanno spesso diritto a varie agevolazioni, tra le quali figurano quelle fiscali, sussidi tecnici e didattici e supporto da parte di personale specializzato presso le strutture scolastiche.
Attenzione!
Queste agevolazioni possono essere utili, tuttavia, potresti farne a meno se la diagnosi e il relativo sostegno che ne consegue avessero effetti psicologici controproducenti.
I test psicologici sono degli strumenti che misurano in maniera oggettiva una serie di aspetti dei processi cognitivi, analizzandoli, interpretandoli e comunicandoli all’interessato al suo tutore.
La diagnosi di DSA, per esempio nel caso di un bambino di 7 anni, se non gestita adeguatamente dalla famiglia, dal terapeuta e dal personale scolastico può avere effetti deleteri le cui conseguenze accompagneranno il bambino per un tempo molto lungo.
Un dato interessante da considerare è che in ciascun individuo esistano, almeno in minima parte, difficoltà (o caratteristiche come preferisco chiamarle io) relativi alla lettura, scrittura e al calcolo, non necessariamente attribuibili a DSA o possibilmente mai diagnosticate.
E se invece di preoccuparti di che disturbo ha tuo figlio scoprissi come funziona la sua mente e un punto di vista totalmente diverso?
Ti spiego cosa voglio dire.
Come funziona la mente di un DSA: cambia il tuo punto di vista
Come funziona la mente di un DSA?
Esattamente come quella degli altri!
Alcuni esperti parlano di bambini che pur essendo molto intelligenti e brillanti in alcune discipline artistiche hanno una notevole difficoltà che riguarda esclusivamente la grafia.
Talvolta rimangono indietro nei dettati o non riescono a svolgere i temi nello stesso tempo dei compagni, tuttavia raggiungono risultati eccezionali nella pratica dello sport.
Nel biennio 2018/2019, la percentuale di studenti con diagnosi DSA ha raggiunto il 4,9%, determinando un aumento rispetto agli anni precedenti, pur non considerando tutti i casi in cui i disturbi non sono stati oggetto di analisi.
Verrebbe da chiedersi: abbiamo tutti un disturbo specifico dell’apprendimento?
Molti esperti del settore (tra questi l’Istituto di Ortofonologia di Roma) hanno sollevato la polemica in merito a un’esagerazione nell’attribuzione di tali disturbi.
Nel mio centro di apprendimento, ho scelto di approcciarmi a questa situazione cambiando punto di vista, ispirandomi a una domanda del Dalai Lama rivolta al neuroscienziato Richard Davidson:
Hai usato le tecnologie della neuroscienza moderna per indagare sulla depressione, sulle ansie, sullo stress e sulla paura.
Perché non usi quegli stessi strumenti per studiare gentilezza e compassione?
Se questo approccio filosofico ti rende incerto, sappi che la spiegazione della mia scelta risiede anche nella psicologia.
Guardare al disturbo di apprendimento da un altro punto di vista: la teoria delle intelligenze multiple
Howard Gardner, psicologo e docente statunitense, ha prodotto la teoria delle intelligenze multiple che ti permette di guardare ai problemi di apprendimento da un altro punto di vista.
Secondo questa teoria, esistono diversi domini di abilità specifiche per specifiche funzioni cognitive, definite appunto intelligenze multiple.
Gardner, infatti, tenta di andare oltre la concezione per cui il comportamento intelligente è considerato una serie di operazioni misurabili attraverso o test prove di performance.
Egli propone diverse competenze intellettuali che possono combinarsi in vari modi conseguentemente ai diversi contesti culturali: il risultato è lo sviluppo di un particolare tipo di intelligenza a discapito degli altri.
Gardner non parla di disturbi o assenza di capacità: tali competenze intellettuali coesistono all’interno della psiche umana, come fossero degli spicchi di diverse dimensioni di una stessa torta.
I bambini e i ragazzi con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento che ho avuto il piacere di conoscere sono tutti splendide persone ma… accomunate da un fattore che mi riempie di tristezza:
la convinzione che non potranno mai aspirare a raggiungere i risultati dei loro compagni.
Cosa sarebbe accaduto in loro se non fossero stati etichettati come DSA, ma come ho esordito all’inizio di questo articolo, fossero stati considerati semplicemente persone?
Ti spiego come il mio punto di vista si traduce in didattica.
Studiare con il coaching: un valido “aiuto compiti” per DSA
Nella maggior parte dei casi, uno studente al quale sia stato diagnosticato un DSA si ritrova ad aver bisogno di aiuto per i compiti o delle famose ripetizioni.
Come ti dicevo, ho scelto di adottare un approccio olistico e di sfruttare una serie di strumenti del coaching per supportare i miei allievi con queste caratteristiche.
Studiare con il coaching consente di raggiungere risultati nettamente migliori rispetto ai metodi tradizionali: lo affermo con convinzione, grazie alle dimostrazioni sul campo i miei studenti mi hanno dato.
In particolare, imparando con il coaching, si lavora
- sul potenziamento dei punti di forza
- sull’eliminazione delle convinzioni limitanti
- sulla gestione dello stato
- sulla definizione degli obiettivi.
La psicologia dimostra che focalizzarsi sul potenziamento dei punti di forza ha come conseguenza il miglioramento anche di quegli aspetti che notoriamente sono considerati punti deboli.
L’eliminazione delle convinzioni limitanti, attraverso alcuni strumenti del coaching (che scoprirai frequentando un corso di inglese con me, consente di approcciarsi liberamente all’apprendimento.
In questo modo, l’allievo non viene bloccato da alcuni processi psicologici e biologici dei quali ho parlato nel mio articolo Ansia e stress a scuola? La scienza ti aiuta a combatterle!.
Questo può avvenire anche grazie alla gestione dello stato, fondamentale per un corretto approccio all’apprendimento e provvidenziale per gestire dinamiche sociali potenzialmente dannose che spesso si verificano nel contesto familiare e scolastico.
In ultimo, non meno importante, grazie alla definizione degli obiettivi (in questo caso scolastici, ma che possono e devono estendersi anche alla vita privata) guido il mio allievo in un percorso verso la realizzazione di un sogno, distruggendo quella convinzione non poter fare come gli altri.
A scuola avrai sentito parlare di strumenti compensativi (mappe concettuali, colori, libri e materiale digitale) o didattica personalizzata: per me, qui a LearnFor Academy questi non sono soluzioni per studenti con disturbo specifico dell’apprendimento.
Utilizzo questi strumenti con tutti i miei allievi, perché
conosco come funziona la mente umana
e quali sono le tecniche per ottenere il cento da ciascun individuo,
qualsiasi siano le sue caratteristiche.
Ora che sai cosa vuol dire DSA e che hai acquisito un punto di vista nuovo verso i disturbi specifici dell’apprendimento, puoi scoprire come aiutare un bambino con DSA o un adolescente, approfondendo quali sono le linee guida DSA più comuni e alcuni consigli in merito.
Intanto, ti regalo un piccolo strumento che ti aiuterà a capire in che modo puoi aiutare i tuoi figli.